Il web è in Italia un fenomeno importante ma molto meno che in altri paesi. Secondo recenti stime gli internauti italiani sono circa 28 milioni (più o meno assidui), quindi meno della metà della popolazione, contro il 70% circa dei restanti paesi “avanzati”.
Vista l’esplosione di vendite sul mercato italiano degli smartphone, si prevede che questo gap venga in qualche modo colmato dalle piattaforme “mobile”, l’Internet che ci si porta addosso.
Ma come utilizzano gli italiani questo media innovativo? Sempre secondo i dati più recenti accediamo alla Rete per cercare principalmente siti di sesso, di viaggi e casinò online (rispettivamente nell’ordine), dato confermato indirettamente dall’apparizione di alcuni tra i principali siti appartenenti a queste categorie anche in televisione (eccetto che per i siti porno, i quali non hanno bisogno di pubblicità).
C’e’ molto da riflettere in proposito: da una parte esiste un digital divide infrastrutturale che impedisce a molti, già nelle periferie cittadine, di disporre di servizi/opportunità essenziali per l’informazione al giorno d’oggi, dall’altra c’e’ un “digital divide culturale”, un’ignoranza di fondo sulle potenzialità di un mezzo nuovo quale è il Web. E per questo, forse per pigrizia, forse per abitudine si appiattisce l’utilizzo creativo di Internet su schemi televisivi: apro un sito, usufruisco di un servizio o di un contenuto, chiudo il sito…e non mi preoccupo di altro.
Ma Internet NON è la televisione! Il Web non è stato concepito per la semplice diffusione di servizi, o di informazioni, così come la radio o la televisione, bensì per l’interazione di ogni singola cellula che lo compone con tutte le altre, in uno schema di condividivisione e collaborazione attiva che era impensabile fino a 30 anni fa e che finalmente abbiamo a disposizione. La società, ancora in gran parte attaccata all’idea di subire un media invece di produrlo (con tutte le evidenti implicazioni personali), deve ancora scoprire il potere e le opportunità di un utilizzo attivo della Rete, ben oltre la chat su Facebook.
Vogliamo oggi segnalarvi un esempio di queste potenzialità: il portale Decoro Urbano si propone come una piattaforma attiva tramite la quale i cittadini segnalano ai propri amministratori danni o mancanze su segnaletica, rifiuti, dissesto stradale, ecc. I comuni che aderiscono (gratuitamente) a questo servizio hanno modo di recepire, catalogare e ordinare in base alla priorità gli interventi sul territorio, tramite una rete di “osservatori” capillare: gli abitanti stessi. Vogliamo notare che oltre alle ovvie ricadute positive sull’organizzazione della manutenzione, progetti di questo tipo coinvolgono i cittadini in un progetto che non ha interesse di parte, ma è a beneficio della comunità, incrementando il senso civico e la consapevolezza dell’importanza del singolo. Il tutto a costo zero e accessibile anche da smartphone (IPhone e sistemi Android). I progetti di cittadinanza attiva sono già molti, alcuni efficaci, altri meno, ma tutti accumunati dalla capacità di rendere ognuno partecipe (anche in piccolissima parte) di un processo di collaborazione che esce dall’ambito virtuale del Web per entrare nelle nostre vite reali.
Ci stiamo impegnando affinchè anche il comune di Arezzo si apra sempre di più a iniziative di collaborazione dal basso come questa (e questa in particolare). E’ evidente che senza il vostro personale contributo le amministrazioni potranno solo aderire sulla carta, per poi lasciare morire i progetti con la scusa dello scarso interesse dei cittadini.