AAA Organismo di valutazione (veramente) indipendente cercasi

malattia_03Uno degli organismi meno conosciuti della macchina comunale ma di importanza strategica, se messo nelle condizioni di operare realmente, è l’O.I.V. (organismo indipendente di valutazione). Si tratta di quell’organismo preposto alla valutazione del merito e delle performance nella pubblica amministrazione  introdotto con l’art. 14 del D. Lgs 150/09 (cd. legge Brunetta)  il quale prevede che ogni Pubblica Amministrazione – senza nuovi e maggiori oneri per la finanza pubblica – si doti di un Organismo Indipendente di Valutazione della performance  tenuto a svolgere un ruolo fondamentale nel processo di misurazione e valutazione delle strutture e dei dirigenti e nell’adempimento degli obblighi di integrazione e trasparenza posti alle amministrazioni. Il mandato di questo organismo ha durata triennale e, nel comune di Arezzo, ha maggiori oneri per la finanza pubblica nella misura di 10.000 euro annui come emolumento al suo presidente.

Ci siamo imbattuti in questo organismo quando,  lo scorso anno, abbiamo approfondito le modalità con le quali vengono elargiti i premi di risultato ai dirigenti comunali. In primo luogo c’è da dire che secondo la legge Brunetta ogni ente locale deve dotarsi di un piano delle performance che stabilisca i parametri organizzativi e qualitativi che il Comune, in questo caso, deve ottenere. Ad ogni dirigente e quindi ufficio l’ente impone degli obiettivi da raggiungere per ottenere i premi accessori di produzione stabiliti. L’OIV vigila e monitora che tali obiettivi vengano raggiunti.

Nel caso del Comune di Arezzo già tre anni fa notammo alcune singolarità: lo stesso professionista chiamato a redarre il piano delle performance divenne poi il presidente dell’organismo di valutazione. Colui che redige un piano chiamato anche a valutarlo? Piena libertà di giudizio? L’altro aspetto simpatico, se non ci fossero in ballo soldi di tutti i cittadini, è che gli obiettivi, di fatto, vengono concordati con i dirigenti stessi, tutto nella norma ovviamente, ma che livello di credibilità ha una valutazione i cui obiettivi sono stabiliti da coloro che devono essere giudicati?

Da qualche giorno campeggia nel sito del Comune il link per il bando per procedere alla nomina di “un componente esterno, con funzioni di presidente, dell’organismo indipendente di valutazione”. Anche la valutazione delle candidature lascia alcuni spazi alla discrezionalità, infatti la valutazione dei curricula verrà effettuata “dal Direttore Operativo e dal Segretario generale che trasmetteranno al Sindaco il profilo del candidato ritenuto più idoneo, per competenza, esperienze e caratteristiche professionali e personali, alla copertura dell’incarico”. Che cosa sono ad esempio le caratteristiche personali? E’ normale che chi deve essere controllato si scelga il controllore?

Al di là dei pomposi titoli questa volta vorremmo che venisse prescelto qualche professionista, magari in discontinuità con chi ha già svolto il ruolo,  persona capace, meritevole e  che sappia garantire al meglio la funzione a cui l’organismo è preposto garantendo indipendenza e assenza di conflitti di interessi. Chiediamo troppo?

http://www.comune.arezzo.it/il-comune/direzione-generale/ufficio-gestione-del-personale/concorsi-e-selezioni/avviso-pubblico-per-la-presentazione-della-candidatura-a-presidente-dellorganismo-indipendente-di-valutazione-del-comune-di-arezzo/avviso

 

 

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Restitution Day 2 – 1000 euro per Arezzo, 29 giugno in piazza Risorgimento

RestitutionDayIl MoVimento 5 stelle di Arezzo organizza sabato 29 giugno alle ore 21,30 in Piazza Risorgimento il “Restitution Day – 2” ovvero cosa il MoVimento ha fatto in quest’anno di presenza in consiglio comunale e come devolvere, in opere di pubblica utilità, i 1.000 euro che i due consiglieri Lucio Bianchi e Daniele Farsetti hanno accantonato, provenienti dai gettoni di presenza,  nel corso di questa annualità di attività consiliare.

L’ammontare accumulato è stato sempre reso visibile in un apposito contatore, battezzato “Gettonometro”, posto nel sito www.arezzo5stelle.it, tramite il quale invitiamo i cittadini a proporre dove destinare questa somma o votare qualcosa di già proposto. Inoltre è possibile segnalare una destinazione meritoria invando una mail a arezzo5stelle@gmail.com

Il MoVimento 5 stelle sceglie una pubblica piazza, all’aperto, per simboleggiare la massima trasparenza, l’apertura e la voglia di inclusione di tutti i cittadini, anche quelli che non si riconoscono nel M5S, nella destinazione di questi fondi. Chi sarà presente potrà votare per alzata di mano le proposte giunte dando un senso concreto a quella democrazia diretta di cui il MoVimento è convinto promotore. 

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Biomasse di Castiglion Fiorentino, interrogazione parlamentare di Chiara Gagnarli

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Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:
la riforma dell’OCM zucchero, approvata dall’Unione europea in data 24 novembre 2005, ha mirato a realizzare una elevata riduzione del prezzo di mercato ed una forte compressione delle quantità prodotte in Europa, nel duplice intento di avvicinare il prezzo comunitario a quello internazionale e di conformarsi ai vincoli ed alle condizioni degli accordi commerciali di libero scambio (EBA ed altri);
l’effetto della riforma ha comportato una forte riduzione o cessazione delle produzioni nei Paesi meno competitivi, tra cui l’Italia, che ha dovuto affrontare una ristrutturazione del settore, con una riduzione (superiore al 50 per cento) della superficie a barbabietola da zucchero e del numero di impianti di trasformazione sul territorio nazionale;
i progetti di riconversione degli zuccherifici italiani sono la conseguenza della restrittiva riforma comunitaria di cui sopra e sono frutto di un accordo per la produzione di energia da fonti rinnovabili siglato tra Actelios Spa, Società del Gruppo Falck, e SECI, holding a cui fanno capo le partecipazioni del gruppo Maccaferri;
a Castiglion Fiorentino, in data 10 dicembre 2007, le società PowerCrop srl ed Eridania Sadam S.p.A. (in qualità di soggetti proponenti), la regione Toscana, la provincia di Arezzo, il comune di Castiglion Fiorentino e le organizzazioni sindacali dei lavoratori, con l’obiettivo di governare il processo di riconversione di un settore che, per la regione Toscana, ha rappresentato una importante risorsa economica ed occupazionale, hanno sottoscritto un accordo di riconversione produttiva di un vecchio zuccherificio ivi allocato;
tale accordo, stipulato sulla base delle direttive del «Piano per la razionalizzazione e riconversione della produzione bieticolo-saccarifere» approvato dal Comitato interministeriale del 31 gennaio 2007, prevedeva la realizzazione e la gestione di una centrale di produzione di energia elettrica alimentata da olio vegetale, estratto da colture oleaginose e da biomasse di origine agroforestale, derivanti dallo sviluppo di una filiera agricola no food, nonché l’agevolazione agli insediamenti di iniziative produttive, preferibilmente agroindustriali;
ad oggi tale accordo è l’unico documento valido in quanto sottoscritto ufficialmente da tutte le parti in causa e presentato nelle sedi di competenza;
in data 11 ottobre 2011 (prot. n. 182735), la società PowerCrop spa ha richiesto ed ottenuto l’attivazione della procedura di verifica di assoggettabilità alla valutazione di impatto ambientale (V.I.A.), relativa al «Progetto di Polo Energie Rinnovabili di Castiglion Fiorentino», della potenza termica massima di 51,5 MWt, da realizzarsi nel comune di Castiglion Fiorentino in località Poggio Ciliegio, sito ben diverso da quello nel quale avrebbe dovuto realizzarsi la riconversione dell’ex zuccherificio;
dalle 16 osservazioni pervenute in fase di VIA, sono emerse le seguenti principali problematiche: difformità del progetto rispetto ai pregressi accordi; svalutazione dei beni e delle attività circostanti; diminuzione della disponibilità di acqua; impatto generato dalle emissioni della Centrale sulla salute dei cittadini; impatto sul sistema del paesaggio di elevato valore; necessità di un bilancio energetico-ambientale; problematiche legate all’approvvigionamento oltre i limiti della filiera corta; perdita della biodiversità a vantaggio della monocoltura energetica;
diverse associazioni e comitati presenti sul territorio, tra cui il Comitato Tutela Valdichiana, stanno contribuendo attivamente a salvaguardare il territorio per la difesa dei diritti alla salute e alla sicurezza dei cittadini, finanche depositando esse stesse osservazioni nell’ambito della VIA relativa al «Progetto di Polo Energie Rinnovabili di Castiglion Fiorentino»;
in data 19 dicembre 2012 a Castiglion Fiorentino otto sindaci di altrettanti comuni della Valdichiana Aretina, con un documento congiunto hanno anch’essi espresso considerazioni sulle ricadute negative non trascurabili della centrale a biomasse, sul piano sanitario, ambientale, paesaggistico, storico-culturale, economico e lavorativo/occupazionale, invitando la società proponente, a predisporre un progetto realmente alternativo, compatibile col territorio, rispettoso delle vocazioni locali e coerente con tutti gli aspetti sopra citati;

con deliberazione n. 67 del 21 dicembre 2012, la giunta del comune di Castiglion Fiorentino ha deliberato di non condividere il progetto della PowerCrop srl a causa delle criticità dello stesso, evidenziate nell’allegato 2 alla delibera, già evidenziate nelle 16 osservazioni pervenute in fase di VIA presso la provincia di Arezzo, ente territorialmente competente;
lo scorso 28 marzo 2013 Enel Green Power ha siglato l’accordo definitivo per l’acquisizione da parte di Enel del 50 per cento di Powercrop; con questa acquisizione, Enel Green Power parteciperà alla realizzazione di 5 nuovi impianti con una capacità installata complessiva di 150 MW elettrici, tra cui l’impianto di Castiglion Fiorentino;
la giunta della provincia di Arezzo, con delibera n. 207 del 15 aprile 2013, ai sensi dell’articolo 53 della legge regionale n. 10 del 2010, ha istituito il Comitato d’inchiesta pubblica sulla valutazione d’impatto ambientale, con lo scopo di garantire l’effettiva informazione dei cittadini sul «Progetto di Polo Energie Rinnovabili di Castiglion Fiorentino»; lo stesso comitato, in data 10 maggio 2013, ha tenuto la prima riunione di insediamento, a cui sono seguite l’udienza preliminare del 30 maggio 2013, per far presentare alla PowerCrop srl la sintesi del Progetto, e le sedute del 5 giugno 2013 per l’udienza tecnico istituzionale e del 14 giugno 2013 per l’udienza generale;
sia a livello nazionale che territoriale, non risulta necessario un aumento dell’offerta di energia elettrica in quanto, secondo dati Terna – comunicato stampa del 5 giugno 2013 – nei primi cinque mesi del 2013 la domanda nazionale di energia elettrica è risultata in flessione del 3,4 per cento rispetto al corrispondente periodo del 2012; dato confermato anche a livello territoriale, dove la variazione della domanda di energia elettrica è risultata ovunque negativa: –2,4 per cento al Nord, –3,6 per cento al Centro e –5,4 per cento al Sud;
in merito all’aspetto sanitario, uno studio dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) pubblicato il 31 gennaio 2013, evidenzia che «L’esposizione a lungo termine al particolato fine (PM2,5) può provocare l’arteriosclerosi, dei disturbi alla nascita e delle malattie respiratorie tra i bambini»; inoltre, il progetto Review of evidence on health aspects of air pollution (Revihapp) suggerisce anche un eventuale legame con lo sviluppo neurologico, la funzione cognitiva ed i diabeti e conferma i collegamenti causali tra il particolato PM 2,5 ed i decessi dovuti a malattie cardiovascolari e respiratorie;
come sottolineato dal Commissario europeo all’Ambiente, Janez Potocnik, che ha commissionato i suddetti studi all’Oms, è in corso un riesame 2013 della politica Ue sulla qualità dell’aria, che deve fondarsi su dati scientifici più recenti che approfondiscano i legami tra l’inquinamento atmosferico e la salute umana –:
se il Ministro della salute, alla luce dei più recenti studi dell’OMS sui danni dell’inquinamento dell’aria sulla salute umana, e delle recenti dichiarazioni del Commissario europeo per l’Ambiente, Janez Potocnik, in merito alla revisione 2013 della Politica europea dell’aria sulla base dei sopraddetti studi, non ritenga opportuno, nell’ambito delle proprie funzioni, che la realizzazione dei nuovi insediamenti di produzione di energia da fonti rinnovabili, tra cui il «Polo Energie rinnovabili di Castiglion Fiorentino», che comportano emissioni di polveri sottili, sia conforme agli aggiornamenti normativi europei in corso di revisione;
se il Ministro dello sviluppo economico, per quanto di propria competenza, sul tema della produzione di energia da fonte rinnovabile con particolare riguardo alle biomasse, alla luce del fatto che la domanda di energia elettrica nazionale è in netto calo ed i cicli combinati già realizzati non riescono ad essere impiegati a pieno regime, abbia intenzione di assumere adeguati ed urgenti interventi di carattere normativo, nella direzione della rimodulazione del sistema degli incentivi previsti dal decreto ministeriale del 6 luglio 2012 (attuazione articolo 24 decreto legislativo 3 marzo 2011 n. 28), a garanzia di effettiva sostenibilità ambientale degli impianti, a garanzia dell’utilizzo esclusivo o preponderante di biomasse da scarto della produzione agricola forestale, piuttosto che quelle da colture no food, appositamente dedicate alla valorizzazione energetica, a garanzia dello sfruttamento dei terreni innanzitutto per le colture edibili e le altre attività agricole (anche e soprattutto di eccellenza) e solo in maniera residuale per produzioni dedicate a fini energetici. (4-00969)

http://banchedati.camera.it/sindacatoispettivo_17/showXhtml.Asp?idAtto=2760&stile=7&highLight=1&paroleContenute=%27GAGNARLI+CHIARA%27+

 

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Enrico Rossi rifiuta il dibattito sui tagli alla sanità Toscana con i parlamentari M5S, il paradigma del predicare bene ma dell’agire molto male

“Il Governatore Enrico Rossi evita in tutti i modi il confronto. Altro che democratico, il Pd si conferma un partito che predica bene ma agisce molto male, che prende le decisioni nel segreto delle sue stanze senza il ritegno di incontrare nemmeno i parlamentari che chiedono informazioni”. E’ dura la presa di posizione del Movimento 5 Stelle che, da più di tre settimane ormai, attende una risposta positiva dal presidente della Regione alla richiesta di un incontro per discutere della sanità regionale.

“Una richiesta legittima, presentata e firmata da tutti e nove i parlamentari toscani del Movimento – spiega il parlamentare Massimo Artini – Vogliamo infatti avere spiegazioni dal presidente sulla futura riforma sanitaria che prevede tagli di duemila posti letto in tutta la Toscana. Una stangata che andrà ad abbattersi in particolar modo sui piccoli ospedali.

Enrico-Rossi-TOSCANA1-490x275“Purtroppo – sottolinea l’esponente del Movimento 5 Stelle – il presidente Rossi, ancora una volta, dimostra di non voler portare a conoscenza dell’opinione pubblica i piani di smantellamento della sanità pubblica. E ripetutamente, in questa ventina di giorni, con vari escamotage, ha trovato il modo di non incontrarci. Una modalità arrogante e poco democratica di governare e fare politica. Già è grave non trovare il tempo di informare direttamente i cittadini su riforme di grande interesse generale che stanno per essere approvate. Assume i contorni dell’offesa nei confronti dell’elettorato e delle normali regole democratiche, se ad essere snobbati sono nove parlamentari votati in Toscana da migliaia di persone”.

“Forse – chiosa amareggiato Massimo Artini – il presidente Rossi ha paura e timore di dover svuotare il sacco e svelare le segreti manovre che riguardano la sanità pubblica, in mezz’ora di incontro”.

Marco Baldassare, parlamentare aretino del MoVimento 5 Stelle, sottolinea come  rischiano di apparire strumentali le parole del governatore Rossi,  il quale indica nel M5S una forza politica chiusa al dialogo, quando poi è lui per primo che non vuole confrontarsi su temi particolarmente importanti per i cittadini toscani e di cui ha diretta competenza.

La nostra preoccupazione – continua Baldassarre – è che il buco alla Asl di Massa, certificato in almeno 250 milioni di euro, maturatosi durante i dieci anni di governo, dell’allora assessore alla sanità Enrico Rossi, vada a penalizzare l’intero sistema sanitario toscano. Il senso dell’incontro è proprio questo cercare soluzioni condivise per evitare penalizzazioni ulteriori ai cittadini della nostra regione”.

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Ridursi lo stipendio? La “casta” dei deputati regionali toscani dice no!

fuori-soldi-politica3Bocciata nell’ultima seduta di consiglio regionale la proposta del MoVimento 5 stelle Toscana “Zero Privilegi”, l’intenzione era quella di ridurre drasticamente gli emolumenti, molti forfettari e non rendicontati, che i deputati regionali hanno per equiparazione con quelli nazionali. Si sarebbe trattato di un risparmio di 22 milioni di euro in una legislatura utilizzabili fin da subito per tutte le drammatiche emergenze, prima fra tutte quella del dissesto idrogeologico.

Stupisce, fino ad un certo punto, che a Roma la diminuzione dei costi della politica sia un tema al centro del dibattito mentre a Firenze, forse perché meno esposta mediaticamente, l’istanza della lotta allo spreco venga rigettata in maniera netta e assolutamente trasversale.

Attendere nove mesi, dalla data di consegna della proposta, la calendarizzazione del dibattito, all’ultima data utile, per scoprire che le forze di “cosiddetta sinistra” (PD, SEL, IDV, Rifondazione) , oltre a tutte le altre, ritengono di aver già ridotto i loro appannaggi è perlomeno frustrante e rende ancora più netto il segno di distanza tra la politica e le aspettative reali dei cittadini.

In un clima di generale indifferenza, il partito unico, mai così unito, della “casta” regionale non ha inteso recepire nemmeno uno dei punti proposti nel deliberato del M5S, proposte, giova ricordarlo, che avevano passato il vaglio della fattibilità tecnica da parte degli uffici della Regione.

Le motivazioni al rifiuto addotte, in sede di dibattito, sono assolutamente risibili e infondate in quanto, in realtà,  gli interventi già messi in atto dalla Regione hanno recepito solo in parte le direttive del ministro Tremonti (attraverso la legge 85/2012) con la sola riduzione del numero dei Consiglieri e con il passaggio dal vitalizio al sistema contributivo, mentre le proposte  della “Zero Privilegi” erano assolutamente complementari e molto più incisive.

Da oggi la nostra battaglia riparte più convinta di prima con la constatazione che forze politiche, anche di minoranza, disposte a battersi per una riduzione dei costi della politica in Regione Toscana non esistono.

www.toscana5stelle.it

 

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Commissioni consiliari, dove il PD mostra il suo volto, il peggiore.

mr burns2Oltre al lavoro quotidiano sugli atti che andiamo a proporre, interrogazioni, mozioni e atti d’indirizzo,  su quelli proposti dalla giunta e dalle altre forze politiche, il lavoro di un consigliere comunale si svolge principalmente nelle commissioni consiliari. Questi organismi hanno in organico un numero ridotto di consiglieri, dieci, e rappresentano proporzionalmente la composizione delle forze politiche presenti in consiglio comunale. Il loro compito è istruttorio rispetto alla pratiche che successivamente verranno presentate all’attenzione del consiglio. Quando una proposta, soprattutto quelle di minoranza, viene fatta transitare in commissione lo si fa principalmente per cercare di condividere con gli altri partiti una proposta e quindi trovare una maggioranza che la sostenga. Viceversa quando ad una delibera all’ordine del giorno del consiglio comunale viene chiesto al relatore, colui che la propone, il ritiro per ulteriori approfondimenti in commissione, tecnica che utilizza principalmente la maggioranza, durante il dibattito in aula, si è quasi certi del suo siluramento. Tra rinvii, cose più urgenti e smarcamenti vari la commissione diventa un porto delle nebbie e della questione si perdono le tracce per sempre. Questo è quello che è capitato, ad esempio, alla nostra proposta sulla rinegoziazione del piano dei rifiuti con la provincia, sparita a fronte di un impegno preciso del PD di discuterla velocemente in commissione Assetto del Territorio preso dal suo presidente Alessandro Caneschi. Sono passati quattro mesi e nessuna nuova è ancora giunta ….. Negli ultimi tempi l’agenda della commissione bilancio è stata dettata dalla Tares, la mitologica tassa che tutto spazzerà via, non solo in termini di raccolta dei rifiuti ma soprattutto dalle tasche degli utenti. Per cominciare ci siamo opposti fermamente all’attribuzione ad Aisa, senza nessuna gara di evidenza pubblica, per un costo annuo di 650.000 euro da addebitare totalmente in bolletta ai cittadini, il servizio di fatturazione. Quello che maggiormente stupisce è che a fronte delle nostre richieste di dettaglio dei costi, che Aisa dichiara di sostenere, è stato presentato un riepilogativo talmente generico e sintetico che invece che sciogliere i dubbi ne ha creati di nuovi. Prossima tappa il PEF, piano economico finanziario, sul quale verrà modulata la tariffa. In questo caso pretendiamo dati precisi e circostanziati. Altro elemento che contestiamo è il fatto che il Comune di Arezzo ha adottato politiche della raccolta dei rifiuti che non permettono di premiare i cittadini più virtuosi introducendo una tariffa puntuale. Si chiede di differenziare senza dare nessuna forma di incentivazione. Per noi meno si inquina meno si deve spendere. Sempre in commissione bilancio abbiamo parlato di IMU, e anche da questo fronte non arrivano buone notizie, anche per l’anno 2013 il bilancio comunale si sosterrà principalmente su questa voce d’entrata. Se è vero che per la prima casa non c’è chiarezza, per ora è certo solo il posticipo,  per la seconda abitazione e per gli edifici produttivi la proposta dell’assessore Gasperini è di innalzare di ben due decimi l’aliquota base, nel comune di Arezzo si pagherà lo 0,99 % contro lo 0,76 stabilito come minimo di legge. Solo la lobby degli albergatori ha avuto un sensibile sgravio, lo 0,87%. La nostra principale richiesta è stata quella di avere le basi di calcolo, sia Imu che Irpef, sulle quali l’assessore ha costruito le proprie aliquote, ma con somma nostra sorpresa abbiamo scoperto che queste non sono in possesso nemmeno degli uffici e le ipotesi di gettito sono state semplicemente ricavate sugli introiti degli anni precedenti! Imbarazzo e disagio di fronte ad una richiesta banale.  In commissione controllo e garanzia abbiamo sollevato una serie di temi senza però trovare collaborazione ed una reale volontà di approfondire, soprattutto ad opera della maggioranza. Volevamo permettere ai cittadini, a costo zero, tramite un form nel sito dell’ente, di formulare le proprie proposte per le modifiche a regolamento e statuto del Comune di Arezzo, insabbiato. Avevamo chiesto un confronto con il presidente della commissione speciale sull’acqua, Andrea Modeo(PD), che da ormai un anno ha concluso il proprio lavoro e doveva relazionare, ma ha sempre omesso il proprio compito. Muro da parte PD, letterina di invito e tanti saluti. Questo è quello che i presunti democratici intendono per difesa dell’esito referendario.

Questo è il mio report degli ultimi due mesi, stay tuned.

Daniele Farsetti

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M5S Arezzo, incontro con il prof. Maurizio Pallante fondatore del Movimento per la Decrescita Felice.

event_247014192Domani 14 giugno, presso Spazio Seme, C/o piscine Pantano – Arezzo, alle ore 20,00 il MoVimento 5 Stelle organizza un incontro con il prof. Maurizio Pallante, presidente e fondatore del Movimento per la Decrescita Felice.

I segnali sulla necessità di rivedere il parametro della crescita su cui si fondano le società industriali continuano a moltiplicarsi: l’avvicinarsi dell’esaurimento delle fonti fossili di energia e le guerre per averne il controllo, l’innalzamento della temperatura terrestre, i mutamenti climatici, lo scioglimento dei ghiacciai, la crescita dei rifiuti, le devastazioni e l’inquinamento ambientale. Eppure gli economisti e i politici, gli industriali e i sindacalisti con l’ausilio dei mass media continuano a porre nella crescita del prodotto interno lordo il senso stesso dell’attività produttiva. In un mondo finito, con risorse finite e con capacità di carico limitate, una crescita infinita è impossibile, forse è arrivato il momento di smontare il mito della crescita, di definire nuovi parametri per le attività economiche e produttive, di elaborare un’altra cultura, un altro sapere e un altro saper fare, di sperimentare modi diversi di rapportarsi col mondo, con gli altri e con se stessi.

Nel corso della serata verrà spiegato cosa si intente per decrescita, sfatando il mito della sua opposizione al progresso ed evidenziando come l’attuale concetto di crescita, basato unicamente su criteri economici e finanziari, sia in realtà un grande inganno. Risparmio energetico, autoproduzione, investimenti nel recupero e messa in sicurezza del patrimonio edilizio esistente, in un agricoltura il più possibile a km 0, oltre al cambiamento degli stili di vita individuali e al recupero di un bene prezioso quale il tempo libero, possono, da subito, creare nuovi posti di lavoro e migliorare sensibilmente gli stili di vita, favorendo i rapporti sociali e le relazioni.

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M5S in parlamento, ciò che i media (interessati) non ti dicono …

imageQueste le proposte di legge a oggi presentate in pochi mesi dal M5S al parlamento delle quali naturalmente i giornali venduti ai partiti non parlano, ma che farebbero un gran bene all’Italia ….

PICCOLA E MEDIA IMPRESA. Tutto parte da un’interpellanza dei cinque stelle «sulle aperture domenicali indiscriminate degli esercizi commerciali che hanno creato problemi alla piccola distribuzione». Il tema è un pallino di Beppe Grillo, che recentemente ha incontrato Confesercenti e fatto il punto sulla road map da stendere a difesa della piccola e media impresa. In pochi giorni il dibattito sfocia nella proposta di legge firmata dal deputato Michele Dell’Orco «contro la liberalizzazione delle aperture festive e domenicali nel commercio in un’ottica di salvaguardia delle pmi». L’iniziativa, diametralmente opposta alle linee guida tracciate dal governo Monti, chiede di affidare «la competenza legislativa e la potestà regolamentare alle regioni e agli enti locali» per meglio individuare la «pianificazione della turnazione delle festività lavorative».

STAMPA. Risalgono ad aprile due disegni di legge il cui primo firmatario è Vito Crimi. L’atto n. 453 chiede l’abolizione del finanziamento pubblico ai giornali «ai fini della promozione della concorrenza e della tutela dei consumatori nel settore dell’informazione nonché al fine di assicurare il conseguimento di rilevanti economie di spesa per la finanza pubblica». L’atto n. 454 tira dritto verso l’abolizione dell’ordine dei giornalisti, perchè «l’accesso alla professione e il suo esercizio siano liberi da vincoli burocratici».

DIRITTI CIVILI. Ad oggi in Senato sono state depositate tre proposte. La prima è di Michela Montevecchi, recante «nuove disposizioni per il contrasto dell’omofobia e della transfobia». La seconda porta la firma di Alberto Airola e concerne le agevolazioni anagrafiche a beneficio delle persone transgender, con «nuove norme in materia di modificazione dell’attribuzione di sesso». L’ultima proposta di Luis Alberto Orellana mira a introdurre «modifiche al codice civile in materia di eguaglianza nell’accesso al matrimonio in favore delle coppie formate da persone dello stesso sesso». Le iniziative hanno ricevuto il placet di Sel e Ivan Scalfarotto, che apre: «su questi testi si può raccogliere un consenso più ampio».

COSTI DELLA POLITICA. Tra i capisaldi della campagna elettorale, la questione è stata presa di petto da Roberta Lombardi, prima firmataria della proposta depositata alla Camera «per l’abolizione dei contributi pubblici e modifiche alla disciplina in materia di spese elettorali e agevolazioni a partiti e movimenti». Nel testo i pentastellati chiedono l’abolizione dei rimborsi elettorali, limiti più stringenti alle spese elettorali di partiti e candidati, nonchè la destinazione delle somme risparmiate in favore delle piccole imprese.

LIBERE PROFESSIONI. La proposta di legge abbraccia la riforma delle libere professioni dell’area tecnica ricalcando il «modello anglosassone». Nel documento presentato dai pentastellati si chiede l’abolizione degli ordini e dei collegi professionali, mossa che consentirebbe «lo sgretolamento di veri e propri centri di potere». Segue la reintroduzione delle tariffe minime e l’istituzione di registri degli abilitati presso i ministeri.

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