V3Day | 1 dicembre 2013 – Dobbiamo andare oltre!

imagesDobbiamo andare oltre. Andare al governo e liberarci di questi incapaci predatori che hanno spolpato l’Italia negli ultimi vent’anni. Non si salva nessuno, politici, grandi industriali, giornalisti, burocrati, banchieri. Queste persone hanno fatto fallire il Paese e ancora si presentano all’opinione pubblica facendo passerella. Bisogna andare oltre. Oltre la finanza. Oltre i partiti. Oltre le Istituzioni malate. Oltre un’informazione disgustosa. Oltre questa Europa senza capo né coda. Dobbiamo immaginare una nuova frontiera. Dobbiamo vedere la realtà con nuovi occhi, aprirci la strada verso il futuro. Noi non molleremo mai, è bene che loro lo sappiano. Vogliamo vincere le prossime elezioni, a iniziare da quelle europee. La prossima volta per impedirci di andare al governo dovranno mandare i carri armati. In alto i cuori. A Genova!

Beppe Grillo

Si organizza un pullman da Arezzo per il V3Day del 1 dicembre, con partenza dal parcheggio dello stadio alle 0re 7,00

Per prenotare i biglietti è necessario inviare una mail di conferma all’indirizzo arezzo5stelle@gmail.com. Se prenotate più biglietti scrivete nelle note i dati completi anche delle altre persone . Preghiamo gli interessati di prenotare subito il biglietto, le prenotazioni si chiuderanno al completamento del pullman. Costo 20€.

Potete pagare il biglietto (pagamento anticipato) presso la sede del MoVimento ad Arezzo in via Garibaldi,4 lunedì o mercoledì dalle 21,15 alle 23,30  oppure direttamente online con carta di credito mediante Paypal facendo una donazione e dettagliando la causale.

In alto i cuori. A Genova!

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Oneri di urbanizzazione secondaria, i proventi vadano interamente al Comune e non alla chiesa Cattolica.

Palazzo Vescovile ArezzoTanti sono i privilegi cui può beneficiare la Chiesa cattolica grazie allo Stato italiano: ci sono i finanziamenti come l’otto per mille, quelli per le scuole e le università private cattoliche, senza dimenticare le esenzioni fiscali.
Ma forse non tutti sanno che anche i singoli Comuni versano centinaia di migliaia di euro all’anno sui conti corrente delle diocesi locali, attraverso una quota degli oneri di urbanizzazione secondaria.
Che cosa sono gli oneri di urbanizzazione? Si tratta di una serie di tasse che vengono versate dal cittadino al Comune di appartenenza ogni qualvolta si appresti a edificare una struttura o a ristrutturarla. Gli oneri di urbanizzazione primaria sono legati a servizi per il funzionamento della struttura (ad esempio l’allacciamento alla rete fognaria o quello alla rete elettrica); i secondari invece riguardano i servizi sociali indispensabili per una comunità come mercati, scuole, uffici comunali, ma anche chiese ed edifici di culto.
La determinazione a chi e per che cosa devono essere destinate tali somma è assolutamente nella completa libera scelta da parte degli enti locali. Tale assunto è stato ribadito nel 2003 dal Ministero dell’economia e delle finanze – Dipartimento della ragioneria generale dello Stato – con nota n. 0108321 del 7 ottobre 2003, nella quale si afferma che, con l’abrogazione dell’articolo 12 della legge n. 10 del 1977 (ex Bucalossi), è venuto meno il vincolo di destinazione delle somme riscosse per il rilascio dei permessi di costruire, aggiungendo peraltro che l’abrogazione dell’articolo 12 “è espressione della chiara volontà del legislatore di attribuire agli enti locali piena discrezionalità nell’utilizzo dei proventi in questione”. Il principio dell’autonomia finanziaria dei Comuni, riconosciuto dalla legge n. 142/1990 è ribadito dal t.u. n. 267/2000 (artt. 3, comma 4, e 149, comma 2).
La Legge Regionale Toscana n° 1/05 all’art. 120 comma 4  ha ridisciplinato la materia, ribadendo comunque la facoltà, ma non l’obbligo, dei comuni di concedere un contributo ai soggetti realizzatori di opere di urbanizzazione secondaria diversi dal comune stesso. Il Comune di Arezzo, forse per mettersi al riparo su variazioni di bilancio, come avevamo provato a fare in sede preventiva quest’anno, ha addirittura redatto un “Regolamento Comunale per l’attribuzione dei contributi derivanti dagli oneri di urbanizzazione secondaria”, approvato dal Consiglio Comunale di Arezzo con delibera n. 46/11 stabilendo che i contributi, compatibilmente con le esigenze di bilancio, non possono essere inferiori al 3% fino ad un massimo del 9% degli oneri introitati (art. 3) e che il 95% delle somme stanziate a favore degli edifici di culto debbano essere assegnate alla Chiesa Cattolica (art.3)
E’ per questo che il M5S è riuscito ad inserire, tra le pratiche del prossimo consiglio comunale, la  delibera di proposta d’iniziativa consiliare, volta ad abolire il regolamento delle concessioni degli oneri di urbanizzazione secondaria. Nel solo periodo 2003-2011 sono stati versati € 736.989,67 a favore della ristrutturazione o costruzione di edifici religiosi. Vista la penuria di risorse in cui si trovano gli enti locali e le già ricche sovvenzioni, non ultimo il meccanismo dell’8 per mille, di cui già gode la Chiesa Cattolica, chiediamo di impiegare tali risorse per altre destinazioni previste dalla legge, tra cui gli asili nido e l’edilizia scolastica comunale, come per esempio lavori di riqualificazione energetica, l’installazione di impianti fotovoltaici sui tetti degli istituti, bonifiche dall’amianto ed adeguamenti antisismici.

Intervista al rilasciata all’emittente Teletruria Consigliere Comunale Daniele Farsetti in merito agli oneri di urbanizzazione secondaria

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Diritto alla Casa [Interrogazione Parlamentare] Marco Baldassarre M5S

barboneNella notte del 14 Novembre 2013 Arezzo è stato protagonista di una tragica vicenda che deve far riflettere le istituzioni e le associazioni preposte a salvaguardare il diritto all’abitazione.

Un Clochard è stato ucciso in zona Pionta dopo una lite scaturita per la mancanza di un luogo dove passare la notte. Avendo a cuore la tematica e le relative problematiche connesse ho depositato nei giorni scorsi una interrogazione parlamentare per porre l’attenzione su tale evento e aprire un eventuale serio dibattito sui diritti fondamentali, quale quello della casa, cercando soluzioni attuabili con coraggio e urgenza. Mi chiedo se le istituzioni fino ad oggi non hanno voluto affrontare la problematica a causa dei pochi voti che ne deriverebbero;

Già… i senza tetto e senza fissa dimora forse non sono un bacino di voti appetibili dai vecchi partiti politici e quindi meglio non perdere tempo ad affrontare la questione senza un ritorno vantaggioso alle urne. Il Movimento 5 Stelle non pensa al ritorno elettorale ma vuole affrontare con coraggio tutte le tematiche relative ai diritti fondamentali dei cittadini.

Nessuno deve rimanere indietro!

Il testo integrale dell’interrogazione parlamentare:

Interrogazione a risposta scritta 4-02565

Martedì 19 novembre 2013, seduta n. 121
Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:
si apprende da notizie di stampa locale che nella notte di giovedì 14 novembre 2013 ad Arezzo, nella zona Colle del Pionta, è stato ucciso un clochard a colpi di pietra;
dalle prime ricostruzioni, le autorità hanno dichiarato che la tragedia sarebbe avvenuta in un contesto di degrado sociale e solitudine;
la lite che ha portato alla tragedia sarebbe scaturita dalla mancanza di un luogo dove passare la notte;
i due fermati con l’accusa di omicidio avrebbero aggredito il clochard per accaparrarsi la tenda di fortuna dove dormiva lo stesso che, colpito più volte con una pietra, perdeva la vita;
tutti gli Stati membri dell’Unione europea (UE) hanno ratificato i trattati internazionali e le convenzioni che riconoscono e proteggono esplicitamente il diritto all’abitazione: la dichiarazione universale dei diritti dell’uomo (articolo 25), il patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali (articolo 11), la convenzione sui diritti dell’infanzia (articolo 27), la convenzione per l’eliminazione di ogni forma di discriminazione contro le donne (articoli 14 e 15) e la carta sociale europea, nel testo riveduto (in specie articoli 16, 30 e 31), la convenzione europea dei diritti dell’uomo (CEDU) e la più recente carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea (la cosiddetta Carta di Nizza), che ha acquisito piena efficacia con l’entrata in vigore del trattato di Lisbona;
la Cassazione ha stabilito che il «diritto all’abitazione» va annoverato fra i «beni primari collegati alla personalità» che meritano di essere annoverati tra i diritti fondamentali della persona e quindi tutelati dall’articolo 2 della Costituzione;
a parere degli interroganti tali eventi sono sempre più numerosi e le istituzioni non devono e non possono più voltare le spalle a questa problematica che invece necessiterebbe di un urgente intervento volto a ridare dignità alle persone che si trovano in una situazione di esclusione sociale senza prospettive di reinserimento nel contesto lavorativo-sociale-economico –:
se il Governo sia a conoscenza dei fatti suddetti;
se il Governo, per quanto di propria competenza, intenda intervenire in maniera rapida e con coraggio a salvaguardia di queste situazioni per evitare che tali eventi di degrado sociale vengano a ripetersi;
se il Governo, per quanto di propria competenza, intenda affrontare l’emergenza abitativa che sta dilagando nel nostro Paese e che, affiancata alla grave crisi economico-lavorativa, sta sfociando in eventi analoghi al suddetto;
quali urgenti e mirate misure il Governo, per quanto di propria competenza, intenda mettere in atto per arginare la situazione suddetta al fine di ristabilire le garanzie sancite dalla nostra Costituzione e i valori annoverati come diritti fondamentali della persona, quali il diritto all’abitazione. (4-02565)

Invito tutti a partecipare all’iniziativa “Un Sacco per la Vita“: l’iniziativa si pone l’obiettivo di distribuire un sacco letto ad ogni homeless che si trovi suo malgrado a vivere per strada con il rischio di morire per ipotermia

https://www.facebook.com/photo.php?v=10202563176945106

http://www.marcobaldassarre.it/diritto-alla-casa-interrogazione-parlamentare/

 

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Ispezione parlamentari 5 Stelle su treno pendolari, Artini e Segoni insieme agli utenti: “E’ ROSSI A FAR GIRARE LE PALLE!”.

artini trenoBLITZ DEI DEPUTATI 5 STELLE SUL TRENO REGIONALE 6604.  I portavoce M5S alla Camera – Massimo Artini e Samuele Segoni – hanno effettuato un’ispezione a sorpresa sul treno Vivalto 6604

ARTINI E SEGONI INSIEME A I PENDOLARI SUL “TRENO DA RECORD” DEL VALDARNO: “OGGI DEPOSITIAMO TRE INTERROGAZIONI PARLAMENTARI”. POI LA STOCCATA: “E’ ROSSI A FAR GIRARE LE PALLE”.

Uno schiaffo alla dignità deipendolari”.

Un carro bestiame con i pendolari in piedi e ammassati tra i corridoi, nei vestiboli, sui gradini, circa 900persone strette come sardine.

Questo è il treno regionale, il Vivalto 6604, il più affollato da Arezzo a Firenze,sulla linea Chiusi-Pistoia. Questa mattina i deputati del Movimento 5 Stelle, Massimo Artini e Samuele Segoni, alle 7 e 19 alla stazione di Figline, hanno deciso di salire sul Vivalto, per effettuare un sopralluogo e valutare le condizioni di sovraffollamento e di sicurezza del convoglio. Incontro sul treno con il portavoce del Comitato Pendolari Valdarno Direttissima, Maurizio Da Re, che ha apprezzato l’iniziativa e ha esposto i problemi dei pendolari che quotidianamente raggiungono Firenze. Una volta arrivati a Firenze Campo Marte, i deputati sono saliti sul treno per Firenze Santa Maria Novella, transitato con un quarto d’ora di ritardo.

Sul regionale 6604 c’è una situazione insostenibile, in cui le più elementari condizioni di sicurezza non sono garantite: nei corridoi e nei vestiboli non si passa e in caso di emergenza o di evacuazione del treno anche il capotreno non avrebbe la possibilità di muoversi rapidamente, così come invece dispone l’Agenzia Nazionale di Sicurezza delle Ferrovie – sottolineano Massimo Artini e Samuele Segoni – A gennaio scorso l’Ansf ha specificato che le imprese ferroviarie, come Trenitalia, devono fornire indicazioni precise al proprio personale circa l’occupazione degli spazi a bordo delle carrozze rispettando la capienza. Sul 6604 gli spazi sono nettamente insufficienti ad ospitare tutti i pendolari in viaggio e neanche la carrozza in più, promessa per il prossimo dicembre, potrebbe risolvere la situazione”.

Negli ultimi anni la situazione è peggiorata, mentre il prezzo dei biglietti è aumentato – attaccano i deputati – e sia il Governo che la Regione, ente competente in materia, non hanno saputo fornire risposte adeguate a quelle migliaia di cittadini, che quotidianamente si recano con il treno a Firenze, al posto di lavoro o all’università: a far girare le palle – usando una sua colorita espressione – è il governatore Enrico Rossi, che in questi anni poco o nulla ha fatto per i pendolari toscani e per il servizio regionale. Purtroppo risultano latitanti anche i sindaci locali, totalmente ignari dei disagi che devono affrontare i loro cittadini. Così oggi depositiamo tre interrogazioni parlamentari.

La prima sul sovraffollamento, chiedendo il rispetto delle prescrizioni fornite dall’Ansfe sanzioni nei confronti di Trenitalia. La seconda sulle interferenze dell’AltaVelocità perchè RFI garantisca i treni pendolari nell’uso della linea Direttissima, fra Figline e Firenze. La terza per conoscere lo stato di sicurezzadella galleria San Donato, considerato che la stessa Ansf considera i tunnel ferroviari tra gli elementi più critici della rete ferroviaria”.

Infine Artini e Segoni annunciano: “Siamo anche noi pendolari e adesso che andiamo a Roma tocchiamo con mano l’abissale differenza di servizio e di investimenti tra treni locali e alta velocità.

Per questo l’iniziativa di oggi verrà portata avanti anche nei prossimi mesi, visionando altre linee regionali per fare da megafono ai problemi quotidiani dei pendolari”.

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Biomasse, solo impianti sotto gli 0,5MW termici nel Comune di Arezzo

approvato biomasseNell’ultimo consiglio comunale è stato posto all’attenzione del dibattito generale un ben redatto ed esposto atto d’indirizzo, a firma Gianni Mori (Sinistra per Arezzo) e Simonetta Ghezzi (PD), sul tema delle Biomasse.
Il nostro territorio, ma la Toscana in generale, sempre più spesso viene insidiato da queste installazioni industriali che, in deroga a qualsiasi corretto principio di autoconsumo al servizio delle aziende agricole e forestali. Imprenditori, o forse più correttamente solo PRENDITORI, con pochi scrupoli cercano di accaparrarsi il facile guadagno degli incentivi alla produzione di energia elettrica da “fonti rinnovabili”. Mlto spesso dei ai forni delle biomasse finisce di tutto, dall’olio di palma a residui industriali e dell’allevamento intensivo, meno che i prodotti agricoli e forestali di risulta. Una “spintarella” giustificata dal ritardo accumulato dall’Italia verso i traguardi di quota di energia “verde” assegnati dall’Europa (burden sharing). Tutto questo scaricando sulle spalle di noi tutti (utenti elettrici) e, soprattutto, di chi risiede nelle vicinanze delle centrali stesse, elevati costi economici, ambientali e sociali.

Troppi e troppo forti sono gli interessi coinvolti nel business della produzione di energia elettrica da biomasse (dalle coop rosse e bianche ai gruppi proprietari degli ex-zuccherifici, dalla lobby dell’industria tedesca fornitrice di tecnologia a grandi gruppi industriali, finanziari e immobiliari).

Il MoVimento 5 Stelle Arezzo si è sempre battuto in tutte le sedi, istituzionali e non, appoggiando i comitati e tenendo viva l’attenzione sul tema in consiglio comunale, nel contrasto di queste vere e proprie speculazioni sulla pelle dei cittadini. Rigettiamo con forza l’anatema “siete NIMBY egoisti” lanciato da biogasisti, piazzisti e loro maggiordomi di lusso. In questo gioco chi sono gli egoisti non è difficile da individuare.

Il documento in oggetto, molto ricco e circostanziato, in sostanza, proponeva che le concessioni, per nuovi insediamenti nel Comune di Arezzo, non potessero avvenire per impianti con potenza termica superiore agli 0,5MW. Questo da ampie garanzie, vista la limitata potenza, che essi siano solo a supporto dell’attività agricola e forestale. Inoltre si impone la certificazione della provenienza locale delle biomasse. Inserendoci in un contesto già ampiamente condiviso il M5S è riuscito a far aggiungere, con un proprio emendamento, che :

A)     Non possono essere rilasciate concessioni per centrali a biomasse, nel Comune di Arezzo, che presentino progetti con macchinari comunque in grado di sprigionare una potenza superiore agli 0,5MWt.

B)     Potranno essere rilasciate concessioni centrali a biomasse, nel Comune di Arezzo, solo se utilizzanti come materiale in ingresso alla centrale esclusivamente:

  • legname da ardere
  • residui agricoli e forestali

C)      il Comune di Arezzo condanna l’utilizzo di prodotti agro-alimentari ai fini della produzione di energia tramite le centrali a biomasse.

Adesso il Sindaco e la giunta, vista l’approvazione all’unanimità del documento e dei nostri emendamenti, bocciati invece quelli di Sel e IDV, hanno l’obbligo di rendere effettive le determinazioni che il consiglio ha deliberato.

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M5S: in piazza contro la cementificazione selvaggia

m5s call to action - stop consumo suolo - banner fb

L’Italia ha 4 milioni di alloggi in più del numero delle famiglie residenti, senza considerare gli immobili abusivi. Ogni giorno il cemento sommerge un’area di suolo vergine pari a 100 campi da calcio, senza alcun criterio né visione del futuro. Stiamo distruggendo irrimediabilmente la nostra fonte primaria di sostentamento.

Il M5S ha presentato una proposta di legge che prevede l’azzeramento del consumo di suolo, non c’è più tempo da perdere. Vogliamo tutelare il suolo e il paesaggio come beni comuni. Priorità va data al riuso, alla rigenerazione e al recupero dell’edificato esistente, spesso inutilizzato o abbandonato. Il consumo di suolo libero va reso economicamente sconveniente, deve essere preservata l’attività agricola favorendola dal punto di vista fiscale e tutelando con vincoli paesaggistici il paesaggio rurale.

Per una corretta programmazione territoriale è necessario censire gli edifici sfitti inutilizzati e abbandonati.

Saremo il 9 novembre in piazza San Jacopo, dalle 9,30 alle 12,30 per informare la cittadinanza

 

La nostra proposta di legge riguardante il consumo del suolo e la tutela del paesaggio è stata redatta con la consulenza essenziale del noto urbanista prof. Paolo Berdini e si distingue dalle altre perché individua il suolo come bene comune da tutelare e chiede, unica tra tutte, l’azzeramento del consumo di suolo.

Punti salienti della proposta di legge M5S

• individuazione delle aree agricole (terreni agricoli veri e propri e terreni passibili di uso agricolo a prescindere dalla destinazione d’uso data dai comuni), delle aree a vocazione ambientale (aree verdi già tutelate) e delle aree urbanizzate;

• obbligo per i comuni di perimetrare queste aree sul territorio e consentire l’edificazione solo nelle aree urbanizzate dando precedenza alle opere di rigenerazione, riqualificazione,riutilizzo e recupero degli edifici esistenti fatiscenti, abbandonati o inutilizzati;

• necessità di nuove edificazioni certificata da enti terzi riconosciuti (es. Istat) e deve basarsi su parametri reali e incontestabili;

• diritto edificatorio del singolo privato riconosciuto solo con la presenza di un titolo abilitativo a costruire, in caso contrario il comune può variare la destinazione d’uso dei terreni con semplice deliberazione motivata e senza incorrere in rischi di contestazioni legali;

• se non è possibile fare opere di recupero in ambito urbano e c’è necessità di costruire, si pagherà un contributo aggiuntivo pari a 5 volte gli oneri di urbanizzazione in modo che edificare i terreni liberi diventi antieconomico e comunque non sia vantaggioso;

• divieto di utilizzo degli oneri di urbanizzazione per la spesa corrente dei comuni

• il contributo aggiuntivo deve essere utilizzato per opere contro il dissesto idrogeologico, la

prevenzione antisismica, l’acquisto di aree verdi e il recupero di aree dismesse

• gli accordi di programma non possono derogare ai regolamenti e agli strumenti urbanistici

adottati o approvati secondo la normativa vigente;

• censimento degli edifici sfitti, non utilizzati o abbandonati;

• censimento degli edifici pubblici inutilizzati;

• censimento degli immobili di proprietà privata affittati dalle amministrazioni pubbliche

• le amministrazioni pubbliche devono utilizzare, se ce ne sono, gli edifici pubblici inutilizzati

nel territorio comunale e abbandonare gli edifici dove pagano affitti ai privati;

• se le amministrazioni pubbliche possiedono più edifici di quelli necessari ai loro bisogni, devono

fare una campagna informativa alla popolazione e destinarli alle associazioni, ai giovani imprenditori, alle PMI e, se possibile e necessario, ad housing sociale;

• aree agricole sottoposte ai vincoli paesaggistici del codice del paesaggio e sono passibili

di edificazioni esclusivamente inerenti l’attività agricola;

• aree agricole produttive sono agevolate fiscalmente rispetto alle aree urbanizzate ed alle

aree agricole improduttive.

 

La proposta di legge risponde a molte delle battaglie che combattiamo sul territorio per preservare l’ambiente e per tutelare il paesaggio. Si creerebbero inoltre le condizioni per migliorare le zone fatiscenti, recuperare le aree abbandonate ed aiutare concretamente il mondo agricolo. Associazioni, PMI e housing sociale sono le altre realtà a cui abbiamo dedicato attenzione nella nostra proposta.

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Traffico di rifiuti tossici, i Casalesi, Licio Gelli. Noi ad Arezzo facciamo così …

Ad agosto i senatori Sergio Puglia e Vilma Moronese del Movimento 5 Stelle chiedono la desecretazione delle dichiarazioni di un camorrista collaboratore di giustizia rispondente al nome di Carmine Schiavone, ben noto alle cronache nazionali come cassiere del clan camorristico dei Casalesi.

Questa la nostra interrogazione urgente in consiglio Comunale nel quale anche il resto del consiglio si è dimostrato unito nel voler sottoporre i fatti all’autorità giudiziaria.

Nel 1997 Schiavone fu interrogato dalla Commissione bicamerale d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti del Parlamento Italiano, in merito ai rifiuti tossici sotterrati in maniera totalmente abusiva ed incontrollata in Campania. Nello stesso anno 1997 su quelle dichiarazioni fu posto il segreto dall’allora ministro dell’interno Giorgio Napolitano.

Oggi dopo 16 anni, grazie al Movimento 5 Stelle, possiamo finalmente conoscere cosa sapeva già la politica a quei tempi, circa la Terra dei Fuochi, la Campania Infelix ed i collegamenti con le industrie del nord, ma anche del centro e, per essere chiari, con la nostra città: Arezzo.

La lettura dell’interrogatorio di Schiavone, su fatti che si riferiscono ai primi anni ’90, ad opera della commissione, che allego all’interrogazione, è una discesa negli inferi della miseria umana, una lettura che lascia senza fiato, sgomenti, di fronte a ciò che menti criminali hanno scientemente progettato a danno dell’ambiente e della salute. Uno spaccato della società italiana che coinvolge pesantemente sia gli esecutori ma anche, se non soprattutto, coloro i quali da quel sistema hanno tratto benefici, potendo liberarsi di rifiuti altamente tossici a costi irrisori in deroga a qualsiasi scrupolo di coscienza. Una confessione che coinvolge pesantemente la nostra città citata a più riprese.

Dalla deposizione si legge testualmente:

Presidente commissione: “ Chi aveva iniziato questo traffico?”

Carmine Schiavone: “L’avevano iniziato mio cugino Sandokan (il boss Francesco Schiavone, ndr), e Francesco Bidognetti, insieme ad un certo Cerci Gaetano, che aveva già intrattenuto rapporti con signori di Arezzo,Firenze, Milano e Genova […]”

La vicenda inizia nel 1988 e nel racconto di Schiavone si snoda almeno fino al 1992, data del suo arresto, in quel periodo le cosche dei casalesi si avvicinano prima, si impadroniscono poi, del mercato dei rifiuti tossici in Italia e non solo. Utilizzando gli scavi abusivi per l’estrazione di inerti per costruzioni e per la pavimentazione stradale, in cui erano già operativi, il clan dei casalesi fornisce l’appoggio logistico, ma soprattutto operativo, all’interramento dei rifiuti tossici, anche radioattivi,  questi ultimi provenienti principalmente dalla Germania. Si tratta di scavi profondi fino a 25 metri ampiamente sotto il livello della falda acquifera presente nella zona e che hanno arrecato danni irreparabili a quei territori, costringendo alla malattia migliaia di persone, come ammette lo stesso boss nell’interrogatorio.

Nella drammatica deposizione si tira pesantemente in ballo anche l’industria aretina e, a precisa domanda del presidente della commissione, Carmine Schiavone risponde: “vi erano anche fusti che contenevano toulene,  ovvero rifiuti provenienti da fabbriche della zona di Arezzo: si trattava di residui di pitture.” 

Leggendo le pagine del verbale il parallelismo, almeno mentale, con la vicenda locale del triangolo delle cave di Quarata appare evidente, se non nelle modalità o nei protagonisti sicuramente negli elementi che la compongono. Anche alle nostre latitudini gli ingredienti sono simili: cave per inerti, rifiuti seppelliti e falda acquifera contaminata. Lo stesso Comune di Arezzo ha una sua pesantissima responsabilità oggettiva, perlomeno storica, avendo utilizzato quei territori come discarica temporanea nei momenti di fermo macchina, e negli anni ’70 ed ’80 erano molti, del vecchio inceneritore della Cella. Ad Arezzo la magistratura inquirente ha avviato un suo percorso, vedremo.

Tornando al verbale d’interrogatorio sempre il presidente, in merito alla globalità degli interramenti, incalza: “ lei è in grado di fare una stima di quante migliaia di tonnellate di quanti camion…. ?”

Carmine Schiavone: “ Qui si parla di milioni, non di migliaia. Se le guarda l’elenco che le ho consegnato , vedrà che ci sono 70-80 camion di quelli che smaltivano dal nord […] Si tratta di milioni e milioni di tonnellate. Io penso che per bonificare la zona ci voglio tutti i soldi dello Stato di un anno.

Ma il clan deve avere il controllo completo del territorio e anche le coperture politiche per le autorizzazioni, almeno di facciata, per svolgere i trasporti, a tal proposito sempre Bidognetti afferma In tutti e 106 i comuni della provincia di Caserta noi facevamo i sindaci, (ovvero pilotavano la loro elezione ndr), di qualunque colore fossero. C’è la prova …”

Nel suo raccolto dell’epoca “il collaboratore riferiva in particolare, riassuntivamente, che verso la fine degli anni 80 — a partire dal 1988 — Chianese Cipriano (aderente ad un circolo culturale occultante una loggia massonica cui partecipava Cerci Gaetano), già operante per suo conto nello smaltimento dei rifiuti, ebbe ad avvicinarsi al gruppo di Sandokan e di Bidognetti Francesco, intessendo con loro rapporti di affari per le discariche. Erano state rilasciate altresì alcune concessioni ottenute per la realizzazione di vasche ittiche, in realtà utilizzate per l’estrazione della sabbia, poi affidate a Cerci e riempite con rifiuti tossici.

Il presidente della commissione su questo punto incalza: “ Lei ha detto che i rifiuti venivano dall’Italia del nord e dall’Europa: venivano per conto loro o avete svolto anche un ruolo di procacciatori?”

Schiavone: “Non per conto loro, l’avvocato Chianese aveva introdotto Cerci in circoli culturali ad Arezzo, a Milano dove aveva fatto le sue amicizie.”
Presidente: “Ci interessa sapere quali erano questi collegamenti precisi[…]”

Schiavone:”Faccio solo un nome: so che Cerci stava molto bene con un signore che si chiama Licio Gelli”.

Il quadro è tratteggiato, le responsabilità del nostro territorio sembrano essere pesanti anche se oggi,a distanza di molti anni, la nostra comunità ha la possibilità di dare una risposta diversa e riscattare le proprie colpe, se non quelle giudiziarie, almeno quelle storiche. 

Premesso tutto questo sono a chiedere al Sindaco ed all’Assessore alla legalità del Comune di Arezzo: 

  1. Se intende, a nome dell’intera comunità aretina, anche se i fatti oggetto possono essere prescritti nulla sappiamo se siano continuati o lo siano ancora tutt’oggi, sottoporre alla polizia giudiziaria i fatti esposti ove si possono evincere indizi di reato perpetrati nel territorio comunale.
  2. Se intendono impegnare l’amministrazione comunale all’accertamento della verità, quantomeno storica, sui fatti in oggetto.Daniele Farsetti – Movimento 5 Stelle Arezzo

 

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No allo sversamento acque radioattive nel nostro mare

1382362_703952026284478_761092933_nCi occupiamo oggi di un tema non strettamente locale ma che ha una grossa rilevanza regionale. Un silenzio assordante degli enti locali e regionali che ha, troppo spesso, un parallelismo con la nostra realtà locale.

Nelle prossime settimane, nel silenzio delle amministrazioni locali e all’insaputa, quindi, dei cittadini, 750.000 litri di acque radioattive (che dovranno subire un processo di decontaminazione sul quale non ci sono certezze assolute) saranno versate nel canale dei Navicelli, in prossimità di Livorno, e poi defluiranno finendo in mare, davanti alle nostre coste, depositandosi nei sedimenti ed entrando nella catena alimentare.
In questo modo i militari del CISAM con la collaborazione e il supporto tecnico di ARPAT, Enea e Ispra, per mezzo della ditta appaltatrice Lainsa, hanno deciso di disfarsi delle acque radioattive del dismesso reattore nucleare di S. Piero a Grado.

Si perché – pare impossibile ma è proprio così! – a pochissimi chilometri dalle nostre case, in piena zona parco, è installato dal 1961 un reattore nucleare sperimentale della Marina Militare, reattore in fase di dismissione. Proprio uno di questi stadi prevede lo smaltimento delle acque un tempo destinate alla piscina di raffreddamento. Numerose e dettagliate sono le assicurazioni riguardanti la non pericolosità delle stesse. Pagine di dati e numeri, formule e calcoli, ci dovrebbero tranquillizzare sul fatto che non ci saranno rischi per la salute delle persone e nessun pericolo per l’ambiente.

ARPAT assicura che saranno effettuati campionamenti a scopo cautelativo, considerando “assai improbabile” che si possano rilevare livelli di contaminazione.
Cosa accadrà se invece le misurazioni daranno un risultato diverso? “Assai improbabile “ corrisponde a: nessuna certezza!

Per rifiuti di questo genere si dovrebbe individuare una soluzione sicura, condivisa con la popolazione, cosa mai avvenuta in precedenza, che preservi i cittadini e l’ambiente.

E i nostri amministratori cosa fanno? Perchè coloro che sono a conoscenza di un fatto così grave non hanno promosso corrette azioni informative a tal proposito?

Questo sversamento non s’ha da fare! Le acque radioattive non possono e non devono finire in mare in nessun caso.

Il Movimento 5 Stelle è già all’opera a livello locale e a Roma, per fermare questa azione, quanto meno non rispettosa del princio di precauzione, assieme ai Comitati e ai Cittadini. Faremo tutto ciò che è in nostro potere per impedirne l’effettuazione.

Per questi motivi Il MOVIMENTO 5 STELLE chiede l’istituzione di una Commissione civile indipendente che faccia nuove analisi verificando l’effettivo stato di decontaminazione delle acque, studi il modo migliore per evitarne il rilascio in mare e proponga metodi alternativi.

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