Scopriamo con sorpresa che il progetto del Gold&Fashion building, tanto reclamizzato dalla giunta Fanfani, non verrà portato a termine. Infatti con delibera di giunta n. 590 del 29/11/2013 viene sancita la misera e definitiva fine di tale progetto. Nel documento in questione si può leggere: “a seguito delle difficoltà gestionali relative al progetto in questione, l’Amministrazione Comunale di Arezzo ha già rinunciato formalmente al finanziamento di euro 342.354,00, ancora da erogare, riconosciuto dalla Regione Toscana.”
Quello che però maggiormente preoccupa e rammarica è il danno prodotto al già misero bilancio comunale. Difatti questa rinuncia implica automaticamente la restituzione delle somme già stanziate dalla Regione al Comune di Arezzo. Nella delibera è stato consequenzialmente deciso di: “ vincolare l’avanzo di amministrazione 2013 per l’importo di € 530.459,56 (corrispondente alla quota PIUSS già erogata a questo Ente) ai fini della restituzione dello stesso alla Regione Toscana (Ente erogatore)”. Soldi utilizzabili per le mille emergenze aretine dirottati a coprire gli errori amministrativi della maggioranza, che giova ricordarlo, era la stessa che aveva partorito tali progetti.
Tassello dopo tassello si sta materializzando quello che diciamo da anni, ovvero che la gran parte delle opere pubbliche inserite nel Piuss, nella migliore delle ipotesi, non avevano una progettualità ma un semplice scopo edificatorio e propagandistico. Trofei da inaugurare e poi appendere inutilizzati a danno dei contribuenti aretini. La casa delle Energie, gli spazi espositivi all’interno della Fortezza, ma anche la cattiva gestione delle perequazioni come il Teatro Tenda o i progetti mal realizzati come la pista ciclabile di via Calamandrei sono lì a testimoniare queste affermazioni.
L’edificio dal nome tanto altisonante, Gold&Fashion building, quanto privo di reali progetti concreti d’utilizzo, si trasformerà molto più mestamente in uffici comunali, con un aumento dei costi quantificato in circa 50.000 euro, come stabilito nel medesimo documento. Soluzione che peraltro ci sembra corretta in un’ottica soprattutto di razionalizzazione e risparmio, ove questo accadesse, dei fitti passivi cui attualmente l’Ente è soggetto.
Ovviamente per finire l’opera, venendo meno i fondi regionali, dovranno essere assunti nuovi mutui o diverso utilizzo di residui di mutui già contratti presso la CDP Spa o altri istituti di credito. Quindi per riparare ad un danno di prospettiva progettuale, ma soprattutto politica, non si esita ad attivare nuovo debito mentre quando chiediamo investimenti a sostegno della ripresa economica cittadina ci viene costantemente ricordato che la riduzione dei mutui, l’austerty nostrana, consentirà maggiori contributi statali. Peccato che quando lo stato si materializza lo fa, normalmente, solo per imporre nuove tasse. Intanto in questa ignavia la città muore.
Interrogazione Consiglio comunale del 13/12/2013 a firma Daniele Farsetti – Movimento 5 stelle Arezzo