Banca Etruria e il “Boschi-gate”

rosi-boschi-bancaetruriaQuello che è emerso in questi giorni relativamente al commissariamento di Banca Etruria contribuisce a rendere ancora più imbarazzante il ruolo del ministro aretino Maria Elena Boschi, azionista della Banca Popolare dell’Etruria e del Lazio, istituto che ha fatto un balzo del 66% in Borsa per effetto degli annunci trapelati, a mercati aperti, da Palazzo Chigi sulla riforma delle maggiori banche regolate dal voto capitario.
Non bastava sapere che anche il papà della Boschi è vicepresidente della Popolare dell’Etruria, intermediario del credito presso cui lavora pure il fratello del ministro delle Riforme.

La vicenda della Banca Etruria è a dir poco preoccupante, sia per ciò che riguarda il dissesto del tessuto economico nel territorio aretino, sia per le ombre che si stanno addensando attorno al “commissariamento ad orologeria di Bankitalia”, come dichiarato dal presidente di Adusbef Elio Lannutti.

Non mancano le perplessità su meccanismi a dir poco opachi con cui proprio Bankitalia decide il commissariamento di Banca Etruria, mentre per Monte dei Paschi e Banca Carige, con forti problemi patrimoniali, non si sia ancora proceduto al medesimo trattamento.

Le perplessità si moltiplicano se pensiamo agli attori principali coinvolti nella vicenda, come il ministro delle Riforme e suo padre, Pier Luigi Boschi (vice presidente dell’istituto di credito aretino), con relativa indagine della Consob per stabilire se le plusvalenze del titolo nel periodo  antecedente al 16 gennaio e la vendita nei giorni successivi possano configurarsi o meno con il reato di “isider trading”, oppure di “aggiotaggio” (come normato nel Testo Unico della Finanza TUF, ricordato anche come “legge Draghi” d.lgs.58/1998).

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Il MoVimento 5 Stelle di Arezzo valuta la vicenda estremamente negativa. Ci aspettiamo da parte della ministra Maria Elena Boschi le immediate dimissioni dal suo ruolo, ma soprattutto esigiamo delle risposte chiare e inequivocabili, sia da parte della Consob che da Bankitalia, per togliere ogni velo sulle responsabilità oggettive che emergeranno. Come sempre in questi casi, si fa presto ad individuare il danno e chi ne subisce le conseguenze (i cittadini ed i lavoratori), ma raramente si arriva all’individuazione dei diretti responsabili e ancor più raramente a stabilire una pena certa.

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Sfiducia a Marco Baldassarre

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Il Movimento 5 Stelle di Arezzo prende ufficialmente le distanze dal portavoce Marco Baldassarre e ne spiega le motivazioni, parallelamente alla presa di distanza del MoVimento di San Giovanni, Cavriglia, Reggello, Figline-Incisa, Montevarchi, Terranuova e Bucine verso il rispettivo portavoce eletto Samuele Segoni.

Per le posizioni assunte e le condotte tenute negli ultimi tempi relativamente alla espulsione del deputato Artini, Marco Baldassarre non può più considerarsi un portavoce affidabile e rappresentativo del Meetup aretino da cui è stato eletto. Egli non ha mai fatto mancare il suo appoggio a Massimo Artini, condividendone espressamente esternazioni ed azioni; al pari di Artini ha criticato e disatteso i principi fondanti del MoVimento, mettendo in discussione le regole sulla rendicontazione e pubblicando le proprie spese solo in seguito l’espulsione del collega.

Il 29 novembre 2014 Artini, Segoni e Baldassarre hanno programmato un incontro urgente con gli attivisti di Arezzo e provincia presso la sala Montetini di Arezzo. Nel corso di tale incontro il deputato ha palesato il proprio sostegno all’espulso Artini, nonché sfiducia e disaccordo verso la linea politica del M5S nazionale e del Blog.

Il deputato Baldassarre ha reiteratamente leso l’immagine del MoVimento, in occasione di alcuni suoi interventi spontanei sui media nazionali di cui riportiamo quelli maggiormente significativi:

-su Il Fatto Quotidiano del 27 novembre 2014 ( http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/11/27/m5s-blog-grillo-espulsi-i-deputati-artini-pinna/1237688/ ) Baldassarre ha ribadito in occasione del tour a Bibbona il proprio disaccordo con l’esito della consultazione per l’espulsione di Artini, mettendo in dubbio anche la stessa votazione alla quale hanno partecipato 27.818 iscritti certificati;

-su Il Tirreno del 28 novembre 2014 ( http://iltirreno.gelocal.it/regione/toscana/2014/11/28/news/cinque-stelle-artini-si-porta-dietro-meta-movimento-1.10396447 ) Baldassarre non manca di muovere accuse dichiarando che nel M5S “ogni decisione è calata dall’alto”, facendo altresì credere ai presenti di Bibbona che la sua presenza fosse sostenuta dal Meetup aretino da cui è stato eletto, come riportato nell’articolo;

– ad Agorà su Rai 3, il 1 dicembre 2014, ( https://www.youtube.com/watch?v=cA-yfRp0C8g ) Baldassarre parla di “deriva” verso cui starebbe andando il MoVimento grazie al quale è stato eletto, nel tentativo di screditare la figura del garante Giuseppe Piero Grillo. Durante il corso della sua esibizione, Baldassarre non ha mancato di gettare ombre e dubbi sull’operato del M5S a livello nazionale, definendo “aberrante” la scelta di allargare la struttura di rappresentanza del M5S attraverso i portavoce Di Battista, Di Maio, Fico, Ruocco e Sibilia.

Il Meetup coinvolge tanti cittadini che hanno a cuore il futuro della loro città. Abbiamo numerose iniziative da portare avanti e nessuna intenzione di mantenere legami con persone che non sono più in grado di garantire un esercizio trasparente e partecipato del ruolo di portavoce. Ci aspettavamo, come atto di elementare onestà intellettuale che Baldassarre, come altri “dissidenti” e/o fuoriusciti facessero un passo indietro. Purtroppo, pressoché tutti, hanno dimenticato di essere stati eletti solo per l’espletamento di un mandato specifico: dare attuazione alla linea, al metodo, al progetto del MoVimento 5 Stelle.

Questi personaggi oggi pretendono di continuare a svolgere attività politico istituzionale e di occupare posti che non gli competono, alimentando un vizio del tutto attuale chiamato trasformismo e “voltagabbanismo”.

Pertanto insistiamo affinché Marco Baldassarre, con atto di pur tardiva coerenza, rimetta il suo mandato. Lo stesso invito lo reiteriamo nei confronti di Massimo Artini e degli altri portavoce nazionali e locali che, pur avendo lasciato il MoVimento, sono rimasti collocati nei posti ottenuti solo grazie allo stesso.

23-01-2015

MoVimento 5 Stelle Arezzo

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M5S Arezzo su dimissioni di Farsetti: grazie per il lavoro svolto, “The Show Must Go On”

 

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Il MoVimento aretino commenta l’uscita del consigliere ex portavoce M5S

 

Il MoVimento 5 Stelle di Arezzo prende atto delle dimissioni del consigliere Farsetti e delle sue recenti dichiarazioni. Il gruppo degli attivisti che lo ha fino ad oggi sostenuto ringrazia l’ex portavoce per il lavoro svolto in questi anni di consiliatura all’interno di Palazzo Cavallo.

Per citare un famosissimo titolo, il commento generale e condiviso è: “The Show Must Go On”.

Di fatto, formalizzate le dimissioni di Farsetti, il neo portavoce Roberto Rossi si appresta prontamente ad esercitare il proprio ruolo in Comune a fianco di Lucio Bianchi, fino a nuove elezioni.

Non potevano mancare tuttavia alcuni interventi da parte dei “soliti scribacchini”, confermando la propria natura di “mistificatori” della situazione che li prevede impegnati nel tentativo di denigrare il nostro operato e la nostra immagine.

Onde evitare ulteriore confusione in materia, veniamo a chiarire alcuni punti fondamentali:

L’ex consigliere Farsetti non era il “volto dei 5 Stelle aretini” ma semplicemente il “portavoce”. Questo implica, per chi non lo sapesse, che il MoVimento 5 Stelle rifiuta le logiche comuni ai partiti tradizionali in cui i rappresentanti si avvalgono del “culto della personalità”.  In tal senso, invitiamo ad evitare di pensare in una sola direzione, poiché chiunque sarà presentato come il portavoce candidato sindaco del MoVimento 5 Stelle aretino avrà l’appoggio ed il sostegno dei cittadini e degli attivisti che lo hanno indicato come idoneo a rappresentare il gruppo, i valori e le istanze del M5S.

Noi non ci siamo lasciati condizionare dalle campagne elettorali in “pompa magna” del Pd che mira ad occupare la poltrona di Palazzo Cavallo con il giovane renziano Bracciali: confidiamo nel senso critico dei cittadini che ben sapranno valutare la buona o la cattiva fede dei partiti tradizionali e di quello che hanno prodotto da almeno un ventennio a questa parte.

Relativamente alla dichiarazione dell’ex portavoce che sostiene si siano confusi “il fine con il mezzo”, rispondiamo rimanendo in tema che “nelle azioni di tutti li uomini, e massime de’ principi, dove non è iudizio a chi reclamare, si guarda al fine”. Per contestualizzare, il “fine” è inteso come l’effetto, il risultato. L’uomo, come un essere razionale che ragiona dandosi delle regole di comportamento, all’interno di una estrema frammentazione storico-culturale dell’Italia del tempo. Sempre a proposito di “fine e mezzo”, nella lettera ai Dieci del 28 ottobre 1503, Machiavelli scrisse: “[il cardinal Riario] dixe che di tucte le cose gli huomini guardavano più al fine che alli mezzi” (ndr). Il nostro fine è, attraverso il M5S, portare i cittadini onesti nelle istituzioni.

Per quanto concerne la decisione di espellere coloro che non si siano attenuti al codice di comportamento dei Parlamentari M5S, se Farsetti ha ritenuto “imperfetto” questo meccanismo valutiamo giusto il suo allontanamento volontario.

A differenza di quanto avviene nei partiti tradizionali, nel MoVimento 5 Stelle le decisioni di questo genere sono prese dai cittadini, in Rete, sotto gli occhi di tutti.

All’interno del M5S il ruolo di Giuseppe Piero Grillo è di “garante”, una posizione volta ad assicurare il rispetto dei valori fondanti di questa comunità.

Le cinque persone proposte e votate dagli iscritti in Rete rappresentano l’allargamento di una struttura di rappresentanza del M5S: i portavoce Di Battista, Di Maio, Fico, Ruocco e Sibilia hanno la funzione di operare come riferimento più ampio del M5S in particolare sul territorio e in Parlamento.

Rifiutiamo in tal senso ogni altra definizione di tale struttura, ritenendo suddetta scelta una ottimale forma di coordinamento tra lo Staff nazionale ed il territorio.

Tornando all’”atto d’amore” dell’ex portavoce Farsetti nei confronti degli ideali a cinque stelle e la politica ribadiamo il ringraziamento per il lavoro svolto in questi anni, il nostro augurio si coniuga nell’auspicare che non vi siano futuri tentativi di “scimmiottamento politico” verso il M5S, l’unica vera alternativa e speranza per questo decadente Paese in parte vittima dell’insidioso “renzismo”.

MoVimento 5 Stelle Arezzo

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Magnosfera: monta la protesta delle dipendenti

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“Al posto nostro un bar, ristorante, pizzeria… lo stesso lavoro che noi attualmente stiamo svolgendo”

 

Sembra che anche ad Arezzo si vedano gli effetti delle norme volute dal Governo sulla tanto attesa riforma del lavoro: licenziamenti facili, perdita dei diritti dei lavoratori.

La vicenda della Magnosfera è iniziata con la disdetta da parte di Unicoop Firenze del contratto di appalto con Camst, la società che gestisce il ristorante self service all’interno del Centro Commerciale Setteponti, non rinnovando il contratto di affitto per il locale della Magnosfera onde favorire la “ristrutturazione” dell’area.

Camst, in una nota al seguito si impegna nel  “cercare di individuare soluzioni idonee per il ricollocamento del personale impiegato nel locale”, specificando tuttavia che “come previsto dalla vigente normativa, tale impegno nei confronti del personale del suddetto pubblico esercizio debba essere assunto anche da Unicoop”.

Rieccoci di fronte al classico “scarica barile” all’italiana che si traduce con un “regalo” di Natale assai poco gradito per le quattordici dipendenti che vivono ad oggi in uno stato di agitazione per la scadenza del proprio lavoro prevista il 27 febbraio.

Abbiamo incontrato queste signore e raccolto le loro testimonianze, non potendo che esprimere la nostra solidarietà e indignazione per gli effetti del cosiddetto Jobs Act di Renzi che anche ad Arezzo coglie i suoi frutti. Infatti, la Legge Delega sul Jobs Act in vigore dal 16 dicembre 2014, con il decreto approvato lo scorso 24 dicembre sui licenziamenti collettivi “prevede esclusivamente che per i licenziamenti collettivi non comunicati senza osservare la forma scritta si applichino le sanzioni vigenti con la nuova legge in materia di licenziamento discriminatorio” (leggioggi.it). Il solito gioco di parole attraverso il quale se il datore di lavoro scrive una lettera ai dipendenti per avvertirli della cessazione del contratto, non si possono mica lamentare…

 

Maria Chiara

“Siamo state il 16 dicembre dall’attuale Sindaco per fargli presente il nostro problema, ci ha garantito che avrebbe fatto di tutto parlando sia con Unicoop che con Camst per vedere chi dei due ci sta prendendo in giro.

Unicoop dice che Camst sta tagliando il suo ramo secco, Camst sta dicendo invece che Unicoop non ha aperto il tavolo di trattative, e noi il 28 febbraio siamo tutte a casa nelle liste di mobilità, quindi non saremo neanche retribuite. Tutte a casa, senza niente.

Abbiamo raccolto più di 4000 firme e ricevuto il sostegno di tante persone, non va bene che questo locale chiuda così.”

 

-Quindi avete riscontrato solidarietà anche dagli altri dipendenti?-

“Nessuno degli altri commercianti all’interno della galleria ci ha dato sostegno. Sono stati tutti singolarmente richiamati da Unicoop, gli è stato detto che quello che è successo con noi è colpa di Camst. Comunque nessuno dei nostri coinquilini ci ha dato sostegno.”

 

Melania

“Dal 4 di dicembre siamo nelle liste di mobilità non retribuita, da allora siamo in agitazione sindacale. Tutti i giorni ad oltranza un’ora al giorno facciamo la mobilitazione fuori dall’ipermercato. Vogliamo che l’Unicoop ci dia una risposta, e non essere prese più in giro. Abbiamo tutte figli, mutui, noi non molliamo. Vogliamo rimanere all’interno di Unicoop, se c’è qualche problema ci devono assorbire loro a tutte e 14, perché al posto nostro ci sarà un bar, una ristorazione, una pizzeria…lì faranno il nostro lavoro, quello che attualmente noi stiamo svolgendo!”

 

-Come vi è stato comunicato l’avviso di licenziamento?-

“La comunicazione ci è arrivata il 4 dicembre per raccomandata, 14 di noi sarebbero andate a casa.

Anche per la ricollocazione ci sono poche speranze perché tutti i posti più vicini sono in esubero…”

 

Rosanna

“La situazione è drastica. Abbiamo sentito dire che qui sorgerà un fast food. Io non capisco l’etica di questa cooperativa: dare spazio ad aziende esterne quando ci siamo noi, che bene o male offriamo una ristorazione italiana, i nostri clienti abituali sono contenti di quello che facciamo. Perché dare spazio ad altre catene?

Chiediamo certezze, sicurezze, una risposta veritiera. Noi andiamo avanti così, lotteremo sempre e siamo unite!”

 

MoVimento 5 Stelle Arezzo

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