L’intervista ha avuto luogo in Comune su invito dell’ormai ex presidente della Camera di Commercio di Arezzo Giovanni Tricca . Nella prima parte viene mossa una forte critica alle associazioni di categoria. Circa il 70% delle imprese locali non è iscritto a nessuna di esse e presentano una spiccata attitudine autoreferenziale; quindi i giochi economici, svolgendosi al di fuori dall’ambito impresa causano un grosso deficit di democrazia. Proseguendo la discussione ci spostiamo su quello che dovrebbe essere il compito delle Camere di Commercio: sburocratizzazione per un sistema più snello, leggibile e più complicato da aggirare. Ancora, un impegno nel campo dell’internazionalizzazione per essere velocemente in contatto con i mercati esteri, business plan gratuiti per le aziende in fase di “start up”, nonché l’attivazione di progetti per l’utilizzo di fondi comunitari molto spesso tristemente e ironicamente sottratti all’Italia, vista l’assenza dei presupposti per poterli ottenere. Continue Reading →
Mese: Agosto 2013
Ar.Tel spa, quando l’amministratore è uno e trino, ovvero nuove forme di precariato moderno
Nell’ultimo consiglio comunale abbiamo presentato un’interrogazione urgente per capire come viene gestita e quali tipi di rapporto di lavoro intercorrano tra il sig. Mirko Lalli amministratore delegato della società partecipata Ar.tel – Arezzo Telematica Spa. La società si occupa di servizi di information tecnology a supporto dei sistemi informativi, principalmente, della Provincia di Arezzo.
Il comune di Arezzo possiede quote azionarie di Ar.tel ed è quindi portatore diretto d’interesse verso la società stessa. L’azienda è da considerarsi a tutti gli effetti attiva ed operante con un volume d’affari di circa 1 milione di euro annui.
AR.TEL è una società completamente pubblica operante nei servizi che promuove, sviluppa e applica metodologie innovative nel settore telematico, sistemi informativi territoriali, comunicazione e design web.
Il PRESIDENTE CONSIGLIO AMMINISTRAZIONE nonchè AMMINISTRATORE DELEGATO, carica operativa a tutti gli effetti, risulta essere dall’ultima visura camerale, appunto il signor Lalli Mirko. Tra i compiti del proprio amministratore delegato, così come si può leggere nello statuto della società, ci sono:
- ACQUISTARE MATERIE PRIME, SEMILAVORATI, PRODOTTI FINITI, IMPIANTI, MACCHINARI ED ATTREZZI, AUTOMEZZI FISSANDONE LE CONDIZIONI DI ACQUISTO E DI PAGAMENTO E FIRMARE LA RELATIVA CORRISPONDENZA;
- CONCEDERE BONIFICI SCONTI ED ABBUONI, FISSARE TERMINI DI PAGAMENTO E DI PROROGA PER L’INCASSO;
Fin qui nulla da eccepire, ci siamo occupati di questa vicenda perché Il 12 luglio ultimo scorso si è svolto, presso la sede di Confindustria ad Arezzo, organizzatrice dell’evento, un incontro sul tema “modelli digitali, telecomunicazioni, giornalismo ed editoria online. ” A quell’incontro, come si può leggere nelle cronache locali, http://www.arezzonotizie.it/art_generi/art_attualita/telecomunicazione-e-nuovi-modelli-digitali-confindustria-incontra-google-youtube-e-cisco/, ha partecipato come relatore anche il signor Mirko Lalli in veste di Direttore marketing e comunicazione di Cloud Italia.
A questo punto viene spontaneo chiedersi se il Comune di Arezzo e gli altri soci pubblici fossero a conoscenza di questo ulteriore incarico dell’amministratore delegato di Ar.Tel spa? Inoltre sarebbe interessante capire se questo compito aggiuntivo sia compatibile con il ruolo svolto dal sig. Lalli all’interno di Ar.Tel spa, considerando inoltre che la società presso cui lui collabora, Cloud Italia, agisce in un campo affine alla ragione sociale della società di cui è amministratore.
Sarebbe triste scoprire in futuro che magari questi rapporti di collaborazione fossero ad oggi già in essere, con le informazioni in nostro possesso per il momento non lo possiamo sapere.
La faccia imbarazzata del vice sindaco Gasperini vale forse più di mille risposte, preso in contropiede, evidentemente all’oscuro di tutto, laconicamente si è trincerato dietro al classico “vi faremo sapere….”
Aretini cornuti e mazziati, oltre all’inquinamento (disagio ambientale) la tassa!
Quello che a molti è sfuggito, causa anche la lunghezza ”monstre” dell’ultimo consiglio comunale, è stato l’introduzione di una nuova gabella che la giunta Fanfani ha imposto a tutti i cittadini ed alle aziende del territorio, nelle pieghe della Tares, una tassa occulta per un gettito stimato, a favore del Comune di Arezzo, di circa 500.000 euro.
Si tratta della IDA, indennità di disagio ambientale, quantificata in 7 euro la tonnellata per i rifiuti solidi urbani smaltiti all’inceneritore Aisa di S.Zeno. I comuni in convenzione, ovvero quelli che utilizzano tale impianto per il conferimento della propria spazzatura, possono decidere di applicare questa aliquota aggiuntiva. Una contribuzione che dovrebbe servire ad interventi di ripristino dei territori che subiscono “disagi” dalla presenza di inceneritori o altri impianti di trattamento e compostaggio.
L’assemblea consortile ATO rifiuti Toscana Sud, fin dal settembre 2010, ha dato facoltà, ma nessun obbligo, agli enti locali interessati di applicare questo ulteriore aggravio. Solo il comune di Arezzo, per adesso, tra quelli che utilizzano S.Zeno, ha deciso di inserire con la Tares questa maggiorazione in bolletta, naturalmente ben mascherata all’interno del piano economico finanziario di Aisa, per coloro che principalmente sono i disagiati per la presenza dell’inceneritore, ovvero gli aretini stessi!
Con una logica sfuggente, degna dell’organo che l’ha emanata, non si impone di pagare a coloro che il “disagio” ambientale lo vanno ad arrecare nel territorio altrui ma se ne da solo la facoltà, cosa che fino ad oggi tutti i comuni interessati si sono ben guardati dal fare. Viceversa il territorio vittima dell’inquinamento di un impianto di combustione dei rifiuti ha deciso di applicarla ai propri cittadini, ovvero cornuti e mazziati.
E’ importante segnalare che anche il quadro normativo e tributario di questa materia risulta molto nebuloso e solo per il 2014 sembra che verrà fatta chiarezza. Non sarebbe stato più opportuno aspettare? In sede di commissione anche il MoVimento 5 stelle aveva proposto almeno l’esenzione o, in alternativa, il rimborso per quei cittadini maggiormente colpiti dalle ricadute dell’impianto ma nulla è stato fatto.
Alcune considerazioni finali: al contrario di quanto sempre asserito gli inceneritori sono impianti insalubri e che arrecano certamente danni, o meglio “disagi” come li vuole definire in maniera molto pilatesca Ato rifiuti, sennò perché stabilire azioni riparatorie? Le recenti rivelazioni giudiziarie pongono anche inquietanti interrogativi su come i controlli vengono svolti. Inoltre, visto che gli inceneritori emettono inquinanti aerei, in particolari diossine e nanopolveri che tipo di ripristino il Comune di Arezzo intende attuare a favore delle frazioni di Olmo, San Zeno, SanGiuliano e Battifolle, quelle maggiormente esposte?
Il MoVimento 5 stelle vigilerà affinchè tali somme vengano realmente destinate a vantaggio degli abitanti delle zone interessate e non esclude di ricorrere contro la IDA nelle sede opportune.
Bilancio preventivo 2013: aumentano le tasse, diminuiscono i servizi
Il bilancio preventivo 2013 ha una genesi complicata, sicuramente quantomeno nelle tempistiche, figlio e naturale conseguenza di un amministrazione svogliata, inadeguata e votata al quasi completo immobilismo. Per vari mesi il ruolo dell’assessore al bilancio è stato di fatto vacante, con Marco Donati impegnato nella sua ascesa al soglio romano, con il risultato di non aver potuto impostare per tempo il documento economico e politico più importante dell’anno.
Questa congiuntura ci porta a votare nella stessa seduta Tares, IMU, Irpef, Bilancio e come ciliegina revisione del regolamento urbanistico, credo sia chiaro a tutti che questo significa, di fatto, blindare il bilancio ed impedire una seria e costruttiva analisi impedendo alla minoranza di svolgere il proprio ruolo d’indirizzo come previsto dalla legge.
A testimonianza della mala o, forse sarebbe più opportuno definire, mancata capacità amministrativa della giunta vale ricordare una dato del consuntivo 2012, che voglio usare paragmadicamente rispetto al bilancio odierno, dove addirittura furono 3 milioni di somme impegnate e non destinate a fine esercizio. Chiedere sacrifici senza nemmeno tentare di restituire servizi in cambio ci sembra una prassi davvero non corretta.
Veniamo ai numeri: il bilancio si basa sulle tasse questo sia chiaro, con le imposte tributarie che passano da 48 a 72 milioni, con le entrate al Titolo I che subiscono un’impennata fino a giungere al 76% rispetto al totale delle entrate correnti con addirittura un + 6% rispetto al già “annus orribilis” 2012.
Se vogliamo fare una breve fotografia delle entrate quelle tributarie aumentano di 24 milioni, quelle al Titolo II, per trasferimenti, hanno un saldo positivo di circa 500.000 euro, stazionarie le extratributarie. Aumentano le entrate da alienazioni e trasferimenti di capitale per circa 6 milioni di euro, diminuiscono sensibilmente le entrate in conto capitale, e neutre sono quelle peri i servizi erogati conto terzi.
Un capitolo a parte meritano le entrate da partecipazioni, anche quest’anno in drammatico calo. Dai 2 milioni medi ante 2010, anno straordinario, i dividendi sono sempre scesi fino a toccare il valore attuale previsto di soli 375.000 euro, la quasi totalità in carico a Coingas. Ma Atam? Ma Nuove Acque? Far gestire ai privati servizi in regime di monopolio doveva consentire di efficentare il servizio, quindi realizzare la riduzione delle tariffe o l’aumento degli utili. Ognuno può declinare secondo la propria sensibilità politica. Nel caso di Arezzo non avviene ne l’uno ne l’altro, in questo contesto quello che più stride è che i presidenti di queste società decidano sponsorizzazioni o interventi in totale autonomia, secondo logiche sfuggenti, che nulla hanno a che fare con un indirizzo politico organico.
l’IMU ovviamente recita la parte del leone con aliquote impostate quasi sempre ai massimali e con un gettito previsto di ben 31 milioni di euro, segnando un più 5 milioni rispetto all’esercizio precedente. I trasferimenti perequativi, cancellato il fondo sperimentale di riequilibrio mantengono un significativo valore di 11 milioni derivanti dal nuovo fondo di solidarietà, meno ovviamente del precedente stanziamento ma ampiamente compensato dai maggiori incassi IMU. Non ci convince quindi il mantra ripetuto più volte del taglio dei trasferimenti centrali, veri in valore assoluto, ma compensati dall’autonomia impositiva.
Chi si aspettasse una diminuzione delle tariffe, a fronte di tutto ciò, rimarrà purtroppo deluso. La copertura dei costi dei servizi a domanda individuale cresce globalmente dal 29% del 2012 al 36% dell’attuale bilancio preventivo, un bel più 7%. All’interno di questo capitolo il dato maggiormente stridente è la copertura per gli Asili nido e scuole materne, dal preventivo 2012 si passa dal 44% al 58% 2013, un più 14%, 140.000 euro, a carico di famiglie e genitori per la copertura dell’utenza.
Centrale di Serboli, Gagnarli e Baldassarre presentano interrogazione parlamentare
Atto Camera
Interrogazione a risposta scritta 4-01609
presentato da
GAGNARLI Chiara
testo di
Martedì 6 agosto 2013, seduta n. 66
fonte: http://banchedati.camera.it/sindacatoispettivo_17/showXhtml.Asp?idAtto=5558&stile=7
Al Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali.
— Per sapere – premesso che:
- la normativa vigente non regolamenta e non fornisce parametri per l’utilizzazione agronomica del digestato, sottoprodotto delle centrali a biogas che, in via cautelativa, viene equiparato agli effluenti zootecnici ed utilizzato nelle quantità massime di 170 chilogrammi/anno di azoto per ettaro, attraverso un piano di utilizzazione agronomica (PUA); mentre, la quantità eccedente l’utilizzo agronomico ammesso, deve trovare altre destinazioni coerenti con la vigente legislazione in materia di rifiuti;
- secondo diversi studi in materia, lo spandimento del digestato presenta delle criticità legata alle emissioni di ammoniaca in atmosfera, qualora lo spandimento non sia effettuato con le migliori tecniche disponibili, ed alla perdita di nitrati nelle acque di falda, qualora si ecceda negli apporti e si applichi in periodi non opportuni;
- l’applicazione al terreno agricolo del digestato deve corrispondere esattamente al fabbisogno di azoto della coltura, pena la perdita di azoto nelle acque superficiali e profonde; ma in realtà i digestati vengono normalmente sparsi, più volte l’anno, anche quando il terreno è nudo e le condizioni climatiche rallentano l’attività vegetativa delle piante e quella di trasformazione microbica nel terreno, che favoriscono la trasformazione dell’azoto ammoniacale (85 per cento di quello contenuto nei digestati) in nitrati, ed il loro assorbimento radicale;
- tale prassi comporta un grave rischio di depauperamento dei suoli agricoli che accolgono i digestati (ricchi di azoto e poveri di carbonio) e di eutrofizzazione delle falde acquifere;
- non vanno sottovalutati i rischi igienico-sanitari legati all’uso dei digestati: diversi lavori mettono in luce come il Clostridium perfringens (causa di tossinfezioni oltre che di aborti) non subisce alcuna riduzione nei digestati; gli enterococci risultano molto resistenti alla digestione anaerobica; Salmonella ssp. (causa della maggior parte delle tossinfezioni alimentari segnalate) è stata rilevata in un campione su quattro della frazione solida e in uno su tre di quella liquida del digestato, mentre Lysteria monocytogenes (causa di listeriosi, con esiti a volte mortali) in quattro su quattro e tre su tre campioni rispettivamente della frazione solida e liquida (Bonetta et al. «Rischio igienico associato all’impiego di digerito in agricoltura»);
- a Serboli (Subbiano), in provincia di Arezzo, un impianto di produzione di energia elettrica da biogas regolarmente realizzato nella azienda agricola San Luigi è stato sospeso da una ordinanza del sindaco (7–2013 del 17 giugno) a causa di quattro diversi sversamenti nel torrente Talla, da febbraio a giugno 2013, l’ultimo dei quali ha provocato una ingente moria di pesci;